Fondi Pensione – Cosa sono

I fondi pensione sono tra i soggetti più attenti agli investimenti immobiliari, che da sempre, vengono considerati gli investimenti più sicuri nel panorama del risparmio gestito.

Numerosi studi di settore rilevano come tendenza il maggiore peso dell’allocazione degli investimenti nel settore immobiliare, confermandosi il principale settore d’investimento in molti mercati europei.  Secondo lo European Institutional Asset Management Survey (EIAMS), che segue lo sviluppo degli investimenti alternativi a partire dal 2002, il settore immobiliare sta emergendo come la più importante forma alternativa d’investimento nel periodo di tempo considerato. In questo Studio emerge in maniera netta che sono soprattutto i fondi pensione ad allocare risorse nell’immobiliare.

I fondi pensione sono particolari fondi comuni destinati alla pensione complementare, creati per costruire una previdenza integrativa, aggiuntiva rispetto a quella erogata dagli enti pensionistici obbligatori. Dunque, tramite un fondo pensione il lavoratore investe volontariamente i propri risparmi durante la vita lavorativa, allo scopo di garantire prestazioni pensionistiche aggiuntive rispetto a quelle erogate dagli enti previdenziali obbligatori. L’ammontare delle prestazioni previdenziali è calcolato in funzione dei contributi versati, mediante una gestione finanziaria a capitalizzazione degli stessi contributi versati dagli aderenti al fondo.
Nel nostro Paese, fino a qualche anno fa, i fondi pensione sono stati principalmente legati a specifiche categorie, banche e assicurazioni, o singole aziende che proponevano esperienze già realizzate in altri Paesi.

La particolarità dei fondi pensione

I fondi pensione si distinguono dai normali fondi comuni non solo per la loro finalità previdenziale, ma anche perché hanno:
un’autorità di vigilanza ad hoc (la Covip);
sono meno tassati: il Fisco preleva l’11% sui guadagni, anziché il 12,5% dei fondi comuni.

hanno limiti al disinvestimento, che può avvenire solo al momento del pensionamento e, nella maggior parte dei casi, sotto forma di rendita integrativa alla pensione. Solo in situazioni particolari è possibile disinvestire anche una parte consistente. Una grossa differenza rispetto ai fondi comuni, da cui si può entrare e uscire a piacimento.

L’ammontare delle prestazioni previdenziali sarà in funzione dei contributi versati, mediante una gestione finanziaria a capitalizzazione degli stessi versati dagli aderenti al fondo.

In Italia i fondi pensione non hanno ancora avuto un grande sviluppo, probabilmente perché finora la copertura del sistema previdenziale pubblico è stata più che buona, ma anche in Italia, come in molti altri paesi, il sistema pensionistico è in evoluzione e tende ad adeguarsi ad un numero di pensionati in crescita rispetto a quello delle persone in attività lavorativa perché la vita media va sempre più allungandosi.

Nel nostro Paese, il sistema pensionistico pubblico (INPS, INPDAP, ecc.) è strutturato secondo il criterio della ripartizione. Ciò significa che i contributi che i lavoratori e le aziende versano agli enti di previdenza vengono utilizzati per pagare le pensioni di coloro che hanno lasciato l’attività lavorativa. Per far fronte al pagamento delle pensioni future, dunque, non è previsto alcun accumulo di riserve.
E’ quindi sempre più sentita l’esigenza di attenuare la continua crescita dei fabbisogni finanziari per la previdenza pubblica, al punto che si è determinato il progressivo abbandono del calcolo delle pensioni secondo il “sistema retributivo” arrivando ad adottare il “sistema contributivo”. Per il calcolo della pensione non si prenderà più come riferimento la retribuzione del lavoratore negli ultimi anni di attività, ma si terrà conto dei contributi versati durante la vita lavorativa. Tale cambiamento determinerà una significativa riduzione delle pensioni che saranno erogate dall’INPS. Tutto questo ha condotto, negli ultimi anni, all’aumento della previdenza integrativa da parte dei lavoratori pubblici e privati, autonomi e liberi professionisti.

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